Ca’ del Poggio rende omaggio al Giro d’Italia
La passione sale sul Muro: festa rosa sotto la pioggia
Zaia e Vegni all’inaugurazione di Villa del Poggio
C’è il Muro di Huy, in Vallonia, mito della Freccia Vallone. E c’è il Muro di Ca’ del Poggio, a San Pietro di Feletto, simbolo della terra del Prosecco. Una strada tra i vigneti, lunga poco più di un chilometro, che sintetizza al meglio la passione di una terra per il ciclismo.
Il 16 maggio, per la salita di via dei Pascoli e tanti sportivi trevigiani, è stata un’altra giornata da ricordare. Un altro passo verso il mito. Il passaggio del Giro d’Italia, poco prima di metà della dodicesima tappa, da Longarone a Treviso, ha rinverdito i fasti del precedente transito della corsa rosa, avvenuto nel 2009, quando la popolare passerella ciclistica festeggiò l’edizione del Centenario.
Le condizioni metereologiche, a San Pietro di Feletto, erano pessime. Ma il brutto tempo non ha rovinato la festa di chi, comunque, non è voluto mancare ad un appuntamento che resterà storico. Una giornata rosa. E azzurra.
L’azzurro dei tanti campioni, di oggi e di ieri, che hanno atteso il transito della corsa rosa: dall’olimpionico di canoa, Daniele Molmenti, all’ex fuoriclasse dello sci nordico, Pietro Piller Cottrer, al portabandiera azzurro all’ultima Paralimpiade, Oscar De Pellegrin. E poi, per i più nostalgici, l’ex attaccante del Milan, Pierino Prati. E due glorie del ciclismo come Francesco Moser e Gianni Bugno.
Proprio in occasione del passaggio del Giro d’Italia è stato ufficialmente inaugurato l’Hotel Villa del Poggio, panoramico resort a 4 stelle che ha ampliato l’offerta turistica in questo incantevole angolo di collina.
Nel 2009, in occasione del precedente passaggio del Giro d’Italia, era stata posta la prima pietra della nuova struttura. Quattro anni dopo per il taglio del nastro, la famiglia Stocco, proprietaria della struttura e del vicino Ristorante Relais Ca’ del Poggio, è stata affiancata dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e dal direttore organizzativo del Giro, Mauro Vegni. Territorio e grande sport, a Ca’ del Poggio non poteva che essere così.
(credit FotoBolgan).